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L’autunno della nostra mente

STUDIO MEDICO – PSICOLOGICO
NUTRACEUTICA E TNF

(Se noti i primi segnali di difficoltà di memoria o concentrazione, (anche nei tuoi cari. Richiedi subito una consulenza gratuita.)

VALUTAZIONE, TRATTAMENTO e PREVENZIONE dei DISTURBI di MEMORIA, ATTENZIONE, ORIENTAMENTO
(Terapia Non Farmacologica)

 

Il deterioramento cognitivo lieve è una condizione clinica che si presenta in seguito a stress, malattie e con il progredire dell’età. Casi tipici sono conseguenze di malattie come il Covid–19, degenze, malattie infiammatorie e metaboliche. Possono comparire difficoltà in uno o più domini cognitivi, come la memoria, l’attenzione, l’apprendimento, il linguaggio, tali da non compromettere le normali attività quotidiane, ma da arrecare disagio. Queste forme di deficit lieve devono essere valutate e trattate precocemente per ridurre la probabilità di sviluppare più gravi disagi. L’origine del deterioramento cognitivo è complessa e si ritiene che possa essere dovuta a fattori tossici per le cellule nervose (come la proteina beta-amiloide, la Tau e i corpi di Lewy), e ridotta efficienza del metabolismo neuronale, ad alterazioni della circolazione sanguigna a causa spesso di micro-ictus localizzati e alla riduzione della funzionalità di alcune aree chiave del cervello, come l’ippocampo e la corteccia frontale.

 

Invecchiamento naturale

L’avanzare dell’età è un fatto naturale. Non è una malattia. Le variazioni del corpo e della mente sono armoniche, fisiologiche, progressive. Dipendono dall’età biologica (più che da quella anagrafica). Modificano ma NON compromettono la qualità della vita in rapporto all’età.

 

Quali sono i Sintomi di decadimento cognitivo?

I principali sintomi associati a deficit cognitivo lieve comprendono modesti cambiamenti nelle principali funzioniquotidiane, non sempre evidenti al soggetto interessato.

• Difficoltà nel trattenere in memoria nuove informazioni e nel
ricordare fatti avvenuti recentemente (memoria a breve termine)

Difficoltà di concentrazione e facile distraibilità durante
l’esecuzione di semplici attività come vedere un film, leggere
un libro o anche durante normali conversazioni.

• Difficoltà nel pianificare attività che prima non creavano
problemi e nel prendere decisioni sull’immediato.

• Occasionali momenti di disorientamento fuori casa.

• Maggiore tendenza a reazioni impulsive, irritabilità e ansia diffusa.

• Perdita di interesse nelle proprie attività abituali, con
diminuzione del tono dell’umore.

• Disturbi del sonno

• Riduzione della libido

Valutazione e Diagnosi

I sintomi indicativi di decadimento cognitivo sono molteplici e sfumati, devono essere inquadrati nello stato complessivo della singola persona e valutati nel loro insieme.
Se viene avvertito qualche cambiamento nella quotidianità, nelle capacità di attenzione, memoria, o nei comportamenti in generale, si dovrebbe richiedere una visita. Occorre valutare il grado di compromissione, escludere possibili diverse cause organiche di sintomi cognitivi, verificare lo stato di salute globale, eseguire una valutazione psicodiagnostica, tutto allo scopo di obiettivare il tipo dei disturbi e relativa intensità.

 

Fattori di rischio

fattori di rischio del deterioramento cognitivo riguardano le abitudini di vita, seguiti da condizioni morbose disapparenti o non controllate adeguatamente. Tra questi:

Predisposizione genetica: indispensabile la diagnosi precoce, per mitigare l’influenza. Se si è a conoscenza di familiari che hanno sofferto di deficit cognitivi da lievi a gravi, fino alle demenze, chiedere un consulto il prima possibile. La prevenzione è estremamente efficace.

• Covid 19

• diabete o fumo o stati ansioso – depressivi o ipertensione

• alti livelli di colesterolo

• obesità

• sindrome metabolica

• alimentazione sbilanciata

• malattie infiammatorie acute

• croniche o vita sedentaria

• mancanza di stimoli intellettivi e sociali

L’importanza dell’alimentazione nel decadimento cognitivo

Una alimentazione inadeguata rappresenta una delle maggiori cause di decadimento cognitivo e di malattia. L’alimentazione corretta moderna è gustosa e salutare. La nostra cultura alimentare è rimasta antica, non ha ancora integrato le conoscenze relative all’alimentazione moderna. Le preferenze, le abitudini, le false credenze, le mode, dominano le scelte in tavola. Si instaurano errori alimentari. che causano e portano a peggiorare le degenerazioni. La malnutrizione è molto frequente, specialmente quella selettiva, cioè a carico di specifici nutrienti. Ad esempio quella a carico delle proteine può portare, se in difetto, a sarcopenia (perdita di massa muscolare e funzioni cerebrali) anche in giovane età. L’eccesso di proteine invece può portare a danni renali e gotta.

Nutraceutica e nutrigenomica

Nutraceutica e nutrigenomica sono le due discipline che studiano cosa, quando e quanto mangiare per prevenire e curare il decadimento cognitivo e molte malattie e forme pre patologiche. L’alimentazione modifica l’espressione del DNA. La scelta dei nutrienti è una terapia naturale facile, gustosa, efficace.

Come si fa a capire se si ha un deficit cognitivo?

Le funzioni cognitive sono quelle capacità che ci permettono di percepire il mondo intorno a noi e di relazionarci con gli altri. Con il termine funzioni cognitive si indicano comunemente: la memoria, l’attenzione, il linguaggio, la programmazione motoria, la percezione degli oggetti e dell’ambiente circostante, l’orientamento spazio-temporale, le funzioni esecutive. Se si lascia che un deficit cognitivo proceda senza adeguati provvedimenti, i sintomi nell’anziano possono spesso progredire ed evolvere dando luogo a condizioni di maggior compromissione.

Le più comuni e diffuse manifestazioni dei disturbi cognitivi si possono elencare come segue:

• difficoltà nel memorizzare o ricordare nuove informazioni;

• problemi nel richiamare alla memoria nomi o parole, magari molto noti;

• difficoltà nel risolvere piccoli problemi legati alle comuni attività quotidiane;

• incertezze nel ricordare la data corrente (giorno,mese, anno) o nel rappresentarsi il percorso per raggiungere luoghi già noti;

• rallentamento e/o fatica mentale.

Come si fa una valutazione cognitiva?

La valutazione cognitiva va ad esaminare le cosiddette funzioni corticali superiori ed in particolare l’attenzione, l’orientamento spazio-temporale, la memoria di lavoro, il linguaggio, le funzioni esecutive (ossia la capacità di anticipare mentalmente e programmare delle attività) e le funzioni prassiche (ovvero la capacità di organizzare e mettere in successione delle attività). A questo scopo si adoperano delle prove standardizzate, ovvero dei test, come ad esempio lo Short portable mental status questionnaire o Test di Pfeiffer, è un test ideato per rilevare la presenza e l’intensità delle alterazioni cognitive di origine somatica in pazienti anziani.

 

La terapia non farmacologica (TNF)

Col termine TNF si indica un insieme di tecniche il cui scopo è quello di creare una efficace stimolazione di tutto il sistema nervoso, centrale e periferico, delle persone portatrici di deficit cognitivo. È infatti estremamente importante non trascurare il ruolo dell’attività fisica e della stimolazione di tutti i sensi oltre a quello, più immediatamente comprensibile, dell’esercizio propriamente mentale.

Alcuni esempi di TNF possono essere:

• pratiche fisiche di coordinamento e movimento armonico come lo yoga o il tai chi

• arte terapia

• musicoterapia

• memory training: la rievocazione dei ricordi personali che abbiano una particolare significato per la persona, attraverso la narrazione, l’album delle fotografie, stimoli musicali, video.

• L’esercizio al recupero di punti di riferimento spaziali, temporali e relazionali, anche con l’ausilio di strumenti

informatici ad hoc.

• La gamification, ovvero l’impiego di appositi videogames per esercitare attenzione e memoria divertendosi.

Terapie e Trattamenti

Ci sono diversi trattamenti medici e psicologici specifici per contrastare e rallentare il disturbo cognitivo. Agendo sui fattori di rischio si può prevenirne la comparsa e ridurne l’impatto. Attraverso tecniche di palestra cognitiva (TNF Terapia Non Farmacologica) è possibile aiutare i pazienti a non peggiorare determinate abilità e spesso anche a migliorarle: questa tipologia di intervento comprende un training cognitivo che va ad agire nelle principali funzioni in deterioramento, allenando l’attenzione, la memoria di lavoro, l’orientamento spazio-temporale, le capacità di multitasking. Mantenendo queste funzioni in costante allenamento, si contrasta il deterioramento cognitivo; sono infatti esercizi giornalieri che devono essere scelti e indicati sulla base delle soggettive necessità rilevate e svolti poi autonomamente a casa. Fondamentale associare la terapia alimentare eventualmente con integrazioni di specifici nutrienti e di terapie non tossiche. La terapia alimentare non ha niente a che vedere con le restrizioni alimentari delle diete generiche. Il medico. prescrive una vera e propria terapia, basandola su alimenti.naturali e/o nutraceutici; combinazioni specifiche che hanno un effetto complessivo paragonabile a quello dei farmaci.

Approfondimenti

Invecchiamento precoce Il corpo e la mente subiscono un declino più veloce rispetto a quello dell’avanzare degli anni. L’età biologica è maggiore di quella anagrafica. Corpo e mente sono più deteriorate di quello che dovrebbero. E’ sempre indice di “cattiva salute” biologica e psicologica. Un segnale che qualcosa che non funziona.

NUTRACEUTICA

Il termine coniato nel 1989 da S. De Felice, deriva dall’unione di nutrizione e farmaceutica, è lo studio di ogni cibo. Suggerisce come utilizzare i nutrienti come veri e propri farmaci per apportare benefici alla salute (anche psicologica).

NUTRIGENOMICA

E’ la scienza che studia gli effetti delle molecole degli alimenti sul DNA e di conseguenza sulla nostra salute. Gli alimenti sono in grado di attivare o disattivare alcuni geni del nostro DNA, grazie ai quali si cura e si previene.